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Assoedilizia. Il Rapporto 2017 della Banca d’Italia sull’economia della Lombardia.

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Il Rapporto 2017 della Banca d’Italia sull’economia della Lombardia 

SI CONFERMA UNA CRESCITA MODERATA
MA SI ALLARGA IL GAP CON ALTRE REGIONI EUROPEE

La sede di Milano della Banca d’Italia ha presentato in Assolombarda il Rapporto 2017 sull’ economia della Lombardia. Folta la presenza degli operatori economici tra i quali il presidente di Assoedilizia e dell’ Istituto Europa Asia Achille Colombo Clerici.

Nel 2016 l’economia della Lombardia ha proseguito nel percorso di moderata crescita già avviato nel biennio precedente. Il PIL della regione sarebbe aumentato dell’1,1 per cento secondo le stime di Prometeia. L’attività ha continuato a espandersi nell’industria e nei servizi, sostenuta dall’incremento delle esportazioni e dei consumi delle famiglie. Il miglioramento del mercato del lavoro e l’aumento dei redditi hanno favorito i consumi. Il calo del prodotto durante le due recessioni che si sono succedute tra il 2008 e il 2013 è stato però intenso e la ripresa, ancora debole, non ha permesso di recuperare i livelli pre-crisi. Negli ultimi quindici anni la Lombardia ha perso posizioni rispetto alle regioni europee ad essa simili per grado di sviluppo e struttura produttiva, in termini di reddito pro capite e di capacità innovativa delle imprese.

Le indicazioni per l’anno in corso sono favorevoli.

Il miglioramento dell’attività si è intensificato nel primo trimestre e, nei programmi delle imprese, l’accumulazione di capitale dovrebbe consolidarsi, grazie anche alle agevolazioni fiscali previste per gli investimenti nelle nuove tecnologie digitali. Le condizioni di accesso al credito, generalmente distese, sosterrebbero il recupero dell’attività e degli investimenti.

LE IMPRESE – L’espansione nella manifattura è proseguita nel 2016, in un contesto di incremento degli ordini, interni ed esteri. Il fatturato è aumentato in modo più accentuato per le imprese esportatrici e per quelle che negli ultimi anni hanno investito di più, intensificando anche l’attività di ricerca e sviluppo. Circa la metà delle imprese ha investito nelle nuove tecnologie digitali e la frequenza potrebbe aumentare in considerazione dei piani di accumulazione per il 2017. Nelle costruzioni il valore della produzione è ancora sceso nel comparto delle opere pubbliche, ma è rimasto stabile nell’edilizia privata, che è stata favorita dal consolidarsi del miglioramento nel mercato immobiliare. Nei servizi l’attività è cresciuta, sebbene a tassi inferiori a quelli del 2015. La domanda estera ha fornito un contributo positivo alla crescita. Nell’ultimo decennio, tuttavia, le esportazioni di beni sono aumentate meno della domanda potenziale, stimata considerando i paesi di destinazione delle merci. Il differenziale, particolarmente ampio nel 2009, si è ridotto negli anni successivi alla crisi grazie all’andamento sui mercati esterni all’area dell’euro. La redditività operativa è migliorata e, unitamente agli interventi di ricapitalizzazione, ha consentito alle imprese di raggiungere profili di maggiore solidità patrimoniale. La dinamica dei prestiti è tornata positiva, sebbene con andamenti ancora ampiamente eterogenei: sono aumentati i prestiti erogati alle imprese della manifattura e dei servizi, a quelle medio-grandi e alle aziende considerate finanziariamente più solide. Tra i finanziamenti non bancari, le risorse investite in regione da operatori di private equity hanno registrato una forte espansione.

CRESCITA, PRODUTTIVITA’ E INNOVAZIONE NEL CONFRONTO EUROPEO  –

Tra il 2001 e il 2016 il PIL della Lombardia è cresciuto a un tasso in media superiore a quello italiano, ma inferiore a quello di un gruppo di regioni europee che all’inizio degli anni Duemila risultavano a essa omogenee per PIL pro capite, tasso di occupazione e struttura produttiva. Il divario di crescita negativo rispetto a quello delle regioni europee ad essa comparabili è riconducibile in larga misura a un andamento meno favorevole in regione della produttività, misurata come PIL per addetto o PIL per ora lavorata. Rispetto alle aree di confronto, la Lombardia ha continuato a occupare più addetti in attività a più basso contenuto tecnologico, pur registrando incrementi nell’occupazione nei comparti manifatturieri a medio-alta tecnologia. Il ritardo nella spesa e negli addetti in R&S e nell’attività brevettuale si è ampliato, mentre il vantaggio nella registrazione di marchi e invenzioni di design è rimasto pressoché invariato. La regione si è caratterizzata anche per la minore presenza di laureati e per una più elevata quota di giovani non inseriti nel mondo del lavoro, né coinvolti in percorsi di studio o formazione; sono stati invece colmati i ritardi tecnologici nelle infrastrutture di connessione alla banda larga.

LE FAMIGLIE –
Nel 2016 la crescita della produzione, pur moderata, ha consolidato il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro. Il numero degli addetti ha superato il livello pre-crisi e le ore lavorate sono aumentate più del numero degli occupati. Il ricorso agli ammortizzatori sociali e il tasso di disoccupazione, incluso quello di lunga durata, sono diminuiti. Circa la metà dei lavoratori dipendenti che avevano perso il lavoro tra il 2009 e il 2012 lo ha ritrovato in regione entro tre anni, anche se all’aumentare del tempo passato dalla perdita del precedente lavoro aumentano le difficoltà nel trovare un nuovo impiego, specie se a tempo indeterminato; cresce anche l’eventualità che siano accettate mansioni meno qualificate e un salario d’ingresso più basso.
Nel 2016 è migliorata la percezione delle famiglie circa la propria situazione economica. I redditi e i consumi sono aumentati per il terzo anno consecutivo. La distribuzione del reddito nella regione è rimasta leggermente meno sperequata rispetto alla media nazionale, grazie alla minor presenza di persone appartenenti alle fasce più disagiate della popolazione. Le erogazioni di nuovi mutui per l’acquisto di abitazioni sono cresciute in un contesto di condizioni distese di accesso ai finanziamenti, che hanno anche favorito operazioni di rinegoziazione dei prestiti in essere. La domanda di credito al consumo si è rafforzata, sospinta dall’aumento degli acquisti di beni durevoli. Sotto il profilo del risparmio finanziario, in presenza di tassi di interesse storicamente molto bassi, le famiglie si sono indirizzate verso forme d’investimento prontamente liquidabili, come i depositi in conto corrente, e verso i fondi comuni di investimento.

IL MERCATO DEL CREDITO

– Le banche hanno proseguito il processo di ristrutturazione volto a recuperare efficienza, con il ridimensionamento della presenza sul territorio, la riduzione del personale e il maggior ricorso ai canali digitali.
La riorganizzazione ha coinvolto soprattutto gli intermediari di maggiori dimensioni, interessati da operazioni di fusione e acquisizione, la cui quota di mercato si è ridotta a favore delle altre banche. Il sistema sconta però l’eredita’ della lunga crisi, con un peso ancora elevato delle insolvenze, sebbene il flusso di nuove posizioni con difficoltà di rimborso si sia fortemente ridimensionato.

Negli anni più recenti si è registrata una ripresa nell’attività di dismissione dei crediti deteriorati presenti nei bilanci bancari.

LA FINANZA PUBBLICA  –

Nel triennio 2013-15 si è ancora lievemente ridotta la spesa corrente delle Amministrazioni locali lombarde ed è proseguito il calo degli investimenti, che si sarebbe però interrotto nel 2016.
I tagli ai trasferimenti erariali hanno inciso sulla diminuzione delle entrate correnti degli enti territoriali e sono stati solo in parte compensati dalla crescita dei tributi propri.
Nel 2016 il prelievo fiscale locale si è ampiamente ridotto, principalmente per effetto della diminuzione nei tributi connessi con l’abitazione principale. È proseguita la riduzione del debito delle Amministrazioni locali della Lombardia, la cui incidenza sul PIL rimane inferiore alla media italiana.

Carlo Bonomi, Presidente di Assolombarda, ha aperto i lavori.

Il Rapporto è stato illustrato da  Giuseppe Sopranzetti, Direttore della Sede di Milano della Banca d’Italia; Paola Rossi, Banca d’Italia Sede di Milano, Divisione Analisi e ricerca economica territoriale; Massimiliano Rigon, Banca d’Italia Sede di Milano, Divisione Analisi e ricerca economica territoriale. Su “Le tendenze del sistema produttivo e finanziario in Lombardia e in Italia”
sono intervenuti  Renato Carli,  Presidente del Comitato Tecnico Credito e Finanza di Assolombarda;  Andrea Sironi, Professore di Economia degli Intermediari Finanziari dell’Università Bocconi e Presidente di Borsa Italiana.

I lavori sono stati conclusi da L. Federico Signorini,  Vice Direttore Generale della Banca d’Italia.

Foto d’archivio: da sin. Roberto Mazzotta, Achille Colombo Clerici, Giuseppe Sopranzetti

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