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Arsenico: Cosa occorre sapere e fare subito

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arsenicoIQ. 16/05/2013 – Giovedi’ 16 maggio 2013, alle ore 17,30, a Viterbo, presso la sede dell’associazione “Solidarieta’ cittadina” in via Igino Garbini n. 80/b, si terra’ un incontro pubblico con la dottoressa Antonella Litta, dell'”Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment)”, sul tema “Arsenico nelle acque e negli alimenti: cosa e’ bene sapere, ricordare e fare subito”.

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Alcuni estratti da un sintetico documento informativo redatto dall'”Associazione italiana medici per l’ambiente”

– Cosa e’ bene sapere

L’arsenico e’ classificato dall’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (I.A.R.C.) come elemento cancerogeno certo di classe 1 e posto in diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute; una consistente documentazione scientifica lo correla anche ai tumori del fegato e del colon.

L’assunzione cronica di questo elemento tossico e cancerogeno e’ indicata anche quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche, diabete di tipo 2, lesioni cutanee, disturbi respiratori, disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.

E’ per queste ragioni che il Decreto Legislativo 31/2001, in recepimento della Direttiva europea 98/83, fissa il limite massimo del contenuto di arsenico in 10 microgrammi/litro per le acque destinate ad uso potabile e per il loro utilizzo nelle preparazioni alimentari, e l’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms) raccomanda valori di arsenico il piu’ possibile prossimi allo zero.

Il recente studio “Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio” (realizzato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio, che ha valutato gli effetti sullo stato di salute delle popolazioni residenti nei 91 comuni del Lazio sottoposti negli ultimi dieci anni a regime di deroga per i livelli di arsenico nelle acque destinate a consumo umano) ha documentato una situazione molto preoccupante, e a pagina 42 si legge: “In conclusione, l’indagine evidenzia eccessi di incidenza e mortalita’ nei Comuni con livelli stimati per il periodo 2005-2010 per patologie associabili ad esposizione ad arsenico (tumori del polmone e della vescica, ipertensione, patologie ischemiche, patologie respiratorie, diabete)”.

– Cosa e’ bene ricordare

Il Decreto Legislativo 31/2001 e’ stato eluso attraverso il ricorso all’istituto della deroga, cosi’ negli ultimi dieci anni le popolazioni del Lazio coinvolte da questa problematica ambientale e sanitaria sono state molto spesso se non quasi del tutto lasciate all’oscuro circa i gravissimi rischi correlati all’assunzione di acqua ed alimenti contaminati da arsenico, ed esposte a valori di arsenico fuorilegge, che hanno raggiunto anche i 50 microgrammi/litro, ovvero cinque volte il limite di legge previsto per questa sostanza tossica e cancerogena per la quale peraltro non esiste alcuna soglia accettabile di sicurezza per esposizioni croniche.

Eppure i periodi di deroga, come disposto dal succitato Decreto legislativo, avrebbero dovuto avere la durata piu’ breve possibile e comunque non superiore ai tre anni, durante i quali si sarebbero dovuti realizzare impianti capaci di ridurre ed eliminare l’arsenico dalle acque e cosi’ risolvere definitivamente ed efficacemente questo problema.

Nei periodi di deroga alle donne in gravidanza e ai bambini (per i noti effetti dell’arsenico anche sullo sviluppo cerebrale – incremento di disturbi neuro comportamentali e neoplasie) si sarebbe dovuta assicurare acqua con il minor quantitativo possibile di arsenico, al di sotto di 10 microgrammi/litro, meglio se a contenuto zero, e acqua con le stesse caratteristiche avrebbero dovuto utilizzare le industrie alimentari.

– Cosa e’ bene fare subito

Rispettare in concreto il diritto alla salute come sancito dall’articolo 32 della Carta costituzionale e le vigenti disposizioni di legge in materia di potabilita’ e salubrita’ delle acque; realizzare interventi rapidi e risolutivi per la completa dearsenificazione delle acque ad uso potabile e per l’avvio di una informazione corretta e diffusa rivolta a tutti i cittadini delle aree interessate e in particolare per quelli residenti nei Comuni dell’Alto Lazio interessati da questa problematica, e nelle scuole, negli ambulatori medici, nelle strutture militari e carcerarie; nella fase di realizzazione degli impianti, che appare ancora problematica nella maggior parte dei casi, utilizzare immediatamente forme alternative di approvvigionamento idrico, anche mediante autobotti, per tutta la popolazione e in particolare per le donne in gravidanza, i neonati, i bambini, i malati e le industrie alimentari; avviare studi di prevenzione e di tipo osservazionale dello stato di salute delle popolazioni esposte e in particolare dello stato di salute dei bambini.

*

Nota per la stampa a cura dell’associazione “Respirare” di Viterbo

Viterbo, 14 maggio 2013

L’associazione “Respirare” e’ stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell’ambiente.

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