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Accordo a Bruxelles sulla riforma dell’agricoltura e dello sviluppo rurale post 2013

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produttoriagricolidi Luigi Servadei

IQ. 01/07/2013 – Sostegno ai giovani agricoltori, ambiente e clima, innovazione

La politica agricola comune(PAC) permette agli agricoltori europei di soddisfare le esigenze di 500 milioni di persone. I suoi obiettivi fondamentali sono assicurare agli agricoltori un tenore di vita adeguato e garantire ai consumatori la costante disponibilità di prodotti alimentari sicuri, a prezzi accessibili.

Nell’UE ci sono 12 milioni di agricoltori a tempo pieno. Complessivamente l’agricoltura e il settore agroalimentare, che dipende in larga misura dal settore agricolo per i suoi approvvigionamenti, rappresenta il 6% del PIL dell’UE, 15 milioni di imprese e 46 milioni di posti di lavoro. Le aree rurali coprono oltre il 77% del territorio dell’UE (il 47% è infatti rappresentato da terreni agricoli, il 30% da foreste) e i loro abitanti, comunità agricole e altri residenti, rappresentano circa la metà dell’intera popolazione dell’Unione.

 Il Parlamento europeo, il Consiglio dei ministri dell’UE e la Commissione Europea hanno raggiunto la scorsa settimana, nel corso del vertice UE tenutosi il 24 e 25 giugno 2013 in Lussemburgo, dopo quasi 2 anni di trattative e negoziati, un importante accordo politico sulla riforma della politica agricola comune post 2013. 

Il Commissario europeo all’Agricoltura e allo sviluppo rurale, Dacian Ciolos, ha affermato: “Mi compiaccio di questo accordo che imprime un nuovo orientamento alla politica agricola comune(PAC) tenendo in maggior conto le aspettative della società. Questo accordo produrrà cambiamenti profondi: renderà i pagamenti diretti più equi e più verdi, rafforzerà la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare e darà alla PAC maggiore efficacia e trasparenza Queste decisioni rappresentano una risposta forte dell’UE alle sfide che pongono la sicurezza alimentare, i cambiamenti climatici, la crescita e l’occupazione nelle zone rurali.”

La futura politica agricola comune sarà caratterizzata da una distribuzione più equa delle risorse tra gli Stati membri dell’UE, le Regioni e gli agricoltori ponendo fine al regime dei “riferimenti storici” per l’assegnazione dei pagamenti diretti della PAC agli agricoltori. Inoltre, la riforma prevederà uno specifico aiuto per i giovani agricoltori. L’insediamento dei giovani agricoltori sarà fortemente incoraggiato, con l’applicazione di una maggiorazione dell’aiuto del 25% per i primi cinque anni. Questi aiuti andranno ad aggiungersi alle misure di investimento in favore dei giovani già disponibili nell’ambito dello sviluppo rurale. Gli Stati membri potranno, inoltre, assegnare  maggiori aiuti in favore delle zone svantaggiate e potranno essere erogati pagamenti accoppiati a un numero limitato di produzioni agricole nonché, per gli Stati membri che lo desiderino, potrà essere attivato uno schema semplificato di aiuti per i piccoli agricoltori.

La PAC 2014-2020 sarà più verde e più attenta alla sostenibilità. La politica agricola comune sarà caratterizzata dallo specifico impegno di ciascun territorio e di ciascun agricoltore a contribuire acombattere la sfida posta dalla sostenibilità ambientale e dalla lotta ai cambiamenti climatici.

A livello europeo si stima che nel settennio 2014-2020 saranno investiti più di 100 miliardi di euro per aiutare l’agricoltura ad affrontare la sfida della qualità del suolo e dell’acqua, della biodiversità e del cambiamento climatico.

Uno degli aspetti più innovativi e più discussi nel corso dei negoziati, è rappresentato dal cosiddetto “greening”(inverdimento) dei pagamenti della PAC.

Il “greening” prevede che il 30% dei pagamenti diretti sarà subordinato al rispetto di tre pratiche agricole benefiche per l’ambiente quali la diversificazione delle colture, il mantenimento dei prati permanenti e la conservazione del 5% delle aree di interesse ecologico o misure ritenute quantomeno equivalenti in termini di benefici per l’ambiente.

Un altro elemento di particolare rilievo è rappresentato dal fatto che almeno il 30% del bilancio dei programmi di sviluppo rurale dovrà essere attribuito a misure agroambientali, ad aiuti all’agricoltura biologica o a progetti legati a investimenti o misure di innovazione benefici per l’ambiente.

Le misure agroambientali saranno rafforzate e dovranno essere complementari alle pratiche attuate nel quadro del “greening”. Questi programmi dovranno essere più ambiziosi e, pertanto, più efficaci in termini di protezione dell’ambiente.

Gli strumenti della PAC permetteranno a ciascuno Stato membro dell’UE di realizzare gli obiettivi comuni in modo efficace e flessibile tenendo conto della diversità dei territori dei 28 Stati membri. Saranno raddoppiati i mezzi a sostegno della ricerca, dell’innovazione e della condivisione delle conoscenze. Sarà migliorato il coordinamento dei programmi di sviluppo rurale con gli altri Fondi europei e l’approccio per assi sarà sostituito da un approccio strategico nazionale o regionale più flessibile. Per quanto riguarda la trasparenza, saranno resi pubblici tutti i beneficiari degli aiuti della PAC.

Luigi Servadei

 

 

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